Indice
Che cosa e quali sono i DSA?
Prima di poter affrontare il tema della valutazione, diagnosi e certificazione, sarà importante affrontare cosa e quali sono i DSA. I Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) fanno parte della grande macro-area dei Disturbi del Neurosviluppo e consistono in delle difficoltà nelle abilità scolastiche di base. Sarà necessario che vi sia un funzionamento intellettivo nella norma.
La Dislessia, ovvero il Disturbo specifico di lettura, riguarda la velocità di decodifica, ovvero il tempo impiegato per decifrare i segni linguistici e di conseguenza per leggere correttamente.
>Per saperne di più<
La Disortografia, ovvero il Disturbo specifico della scrittura, interessa tutto ciò che concerne l’espressione scritta, ossia i tempi di realizzazione di frasi o testi. Per cui la scrittura appare lenta, caratterizzata da errori grammaticali di vario genere.
>Per saperne di più<
La Disgrafia, ossia il Disturbo della grafia. Il bambino mostra delle difficoltà nelle abilità grafo-motorie, rendendo difficile la comunicazione.
>Per saperne di più<
Ed infine la Discalculia, ovvero il Disturbo specifico del calcolo e/o del numero, caratterizzata da una difficoltà nella comprensione e nella stesura di operazioni aritmetiche di base, nonché nel riconoscimento di simboli numerici.
>Per saperne di più<
Esistono dei precursori dei DSA a cui prestare attenzione?
Nello sviluppo di ogni bambino sarà importante che le figure di riferimento sappiano osservare e rilevare la presenza di eventuali precursori dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento. Questo sarà importante per poter eventualmente predisporre interventi tempestivi di diagnosi e riabilitazione.
Ancor prima di poter fare una Diagnosi di DSA (2-3 anni elementare) sarà possibile identificare dei segnali predittivi anche in fase prescolastica, ovvero nel periodo in cui si stabiliscono i cardini per lo sviluppo di abilità di lettura, scrittura e calcolo. Questi precursori, se non riconosciute e non compensate, potrebbero creare ostacoli più seri con lo sviluppo. Ad esempio, se un bambino presenta alterazioni della capacità espressiva dopo i 4 anni di età, il rischio che successivamente presenti disturbi di apprendimento è elevato.
Inoltre è utile tener conto che essendo disturbi di origine neurobiologica non è propriamente corretto parlare di prevenzione. Sarà invece possibile, attraverso un’individuazione precoce di tali difficoltà, intervenire rapidamente. Questo permetterà di migliorare non solo la prognosi ma anche gli effetti del disturbo sulle variabili emotive, motivazionali e psicologiche presenti.
In cosa consiste una valutazione DSA?
Nel momento in cui si ipotizza la presenza di un possibile DSA, sarà importante poter indagare, oltre alle specifiche caratteristiche, anche altre funzioni neuropsicologiche per escludere o considerare eventuali presenze di altri disturbi.
Ad esempio, nel caso della Disgrafia non basterà fare le prove di grafia e valutare se ci sia la presenza di un funzionamento intellettivo nella norma. Allo stesso tempo bisognerà indagare anche le abilità motorie generali e fino-manuali, le competenze visuo-motorie e visuo-percettive, l’attenzione visiva selettiva e sostenuta e la memoria motoria.
Questo processo prende il nome di valutazione DSA e può essere effettuato solo da professionisti qualificati e tramite la somministrazione di specifici test standardizzati.
La scelta degli strumenti da utilizzare è a discrezione del clinico, sulla base di due principali direttive da seguire, sviluppate nella Consensus Conference del 2007.
La prima sostiene che lo strumento scelto debba avere buone proprietà di validità e affidabilità, mentre la seconda richiama alla libertà e responsabilità del clinico nella scelta di questi strumenti rispetto alle necessità da indagare.
Se fatto in maniera efficace il processo di valutazione DSA porta allo sviluppo di una Diagnosi. In merito a ciò è fondamentale sottolineare l’importanza che ha effettuare una diagnosi precoce, affinché si possa intervenire per tempo su queste difficoltà e prevenire i vissuti di sfiducia e frustrazione che possono nascere.
In cosa consiste una Diagnosi di DSA?
La Diagnosi clinica, anche detta Diagnosi nosografica, rappresenta il processo con cui si arriva all’identificazione del disturbo. Essa si sviluppa in due fasi:
La prima fase verifica il livello cognitivo generale e le competenze strumentali di lettura, scrittura e calcolo. Questo consentirà al clinico di appurare se vi sono le caratteristiche necessarie per poter formulare un’ipotesi diagnostica di DSA che a sua volta corrisponderà ad un codice nosografico. il codice nosografico consiste in una terminologia univoca che rimanda ad una specifica descrizione del disturbo: es. “F81. 0 – Disturbo specifico della lettura o dislessia”.
Nel caso dei DSA questi codici nosografici vengono presi dai manuali diagnostici e di classificazione internazionale quali il DSM-5 o l’ICD-10. Questi hanno la funzione di facilitare la comprensione e condivisione della diagnosi.
La seconda fase della diagnosi nosografica riguarda i criteri diagnostici di esclusione, ossia la presenza di patologie o anomalie sensoriali, neurologiche, cognitive e di gravi psicopatologie. Questo sarà fondamentale per comprendere meglio le caratteristiche del soggetto, nonché per la stesura di un progetto riabilitativo.
Ciò sarà possibile attraverso l’elaborazione di una Diagnosi funzionale, soffermandosi sulla valutazione delle abilità fondamentali, quali ad esempio abilità linguistiche, attentive, mnestiche, delle condizioni emotive e dei fattori ambientali.
Quando può essere effettuata la diagnosi DSA?
La Diagnosi DSA può essere effettuata dalla fine della seconda classe della scuola primaria per quanto riguarda la Disgrafia, la Dislessia e la Disortografia.
Per la diagnosi di Discalculia è opportuno aspettare la fine della terza classe, in modo da evitare l’identificazione di falsi positivi.
Oltretutto, si possono verificare casi in cui alunni con difficoltà vengano scambiati per pigri, magari poco motivati e per questo diagnosticati tardivamente.
In seguito alla Diagnosi, la quale deve restituire al soggetto e alla sua famiglia il resoconto del percorso valutativo DSA, è necessario sviluppare un progetto che aiuti lo sviluppo e ne tuteli i diritti.
In virtù di ciò è fondamentale che la diagnosi DSA venga sviluppata in base al modello di certificazione DSA.
Cos’è e a cosa serve una certificazione DSA?
Una certificazione è un documento avente valore legale, che dimostra il diritto ad usufruire delle misure previste dalla Legge n.104 e dalla Legge n.170, a seconda delle necessità.
Essa quindi ha l’obiettivo di mettere gli studenti con DSA nella condizione di poter impiegare nel migliore dei modi il loro pari diritto all’istruzione.
La certificazione DSA può essere redatta solo da un’equipe multidisciplinare, formata da psicologi, logopedisti e neuropsichiatri infantili. Inoltre, può essere rilasciata solo in via esclusiva dal S.S.N. e soggetti accreditati (Accordo sancito in Conferenza Stato-Regioni del 25 luglio 2012 art.1 c.1).
Quali interventi per i DSA?
Gli interventi rivolti ai DSA mirano a potenziare le specifiche difficoltà dipese dal disturbo. Allo stesso tempo, però, risulta importante rivolgere l’attenzione anche agli aspetti emotivi, relazionali e sociali ai quali non sempre viene data la giusta rilevanza.
A tal proposito, a seconda delle esigenze specifiche, gli interventi possono consistere nell’attivare un tutoraggio didattico DSA, un potenziamento degli apprendimenti specifico per la Disgrafia o ancora un gruppo studio DSA.
Inoltre, anche a finalità di prevenzione, è possibile intervenire con percorsi di Neuro e Psicomotricità o di logopedia a seconda delle specifiche esigenze.
L’APS Solidago Psicologia Integrata presenta il PROGETTO DSA 2.0, un progetto articolato per aree in grado di intervenire su più fronti, da quello individuale a quello familiare e sociale.

Commenti recenti